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La Terra si sta svegliando e germogli verdi stanno comparendo. I canti degli uccelli iniziano a riecheggiare e il Sole è più caldo. Questa festa è intitolata a Oestara, la Dea germanica della Fertilità della Terra!

(Phyllis Currott-L’Arte della Magia)

La Primavera è alle porte… almeno quella astronomica, perché in molte zone italiane dal punto di vista climatico è già iniziata almeno da un mesetto… e il 20 marzo si verifica appunto l’Equinozio di Primavera con cui entriamo ufficialmente nella nuova stagione. Questo per l’emisfero boreale, perché per l’emisfero australe questo equinozio segna l’inizio dell’autunno.

L’equinozio (dal latino æquuus nox, cioè ‘notte uguale’ perché la durata della notte è uguale a quella del giorno) è quel momento della rivoluzione terrestre intorno al Sole in cui quest’ultimo si trova allo zenit dell’equatore. Ricorre due volte durante l’anno solare e, in quel momento, il periodo di esposizione alla luce del Sole e quello notturno sono uguali, dal momento che i raggi solari giungono perpendicolari all’asse di rotazione della Terra. Gli equinozi ricorrono a circa sei mesi di distanza l’uno dall’altro, più precisamente a marzo e a settembre del calendario; analogamente ai solstizi, per convenzione, sono i momenti di avvicendamento delle stagioni astronomiche sulla Terra.

L’equinozio di primavera indica l’inizio della primavera e il rinnovamento della Terra… tutta la Natura risorge a nuova vita e nuova speranza… le piante rifioriscono, gli animali escono dal letargo e l’essere umano ritrova la speranza e rinnovata forza d’animo per confermare, ancora una volta, il patto con il suo Divino Essere.

Per gli antichi era un avvenimento d’importanza estrema, al punto che grandiosi monumenti ne celebravano l’evento.

La Sfinge, il Tempio del Sole di KuKulKanStonehengePrano Mutteddu (Sardegna), Glastonbury e moltissime altre testimonianze del passato segnalavano il passaggio del Sole sul meridiano celeste, in uno dei due punti in cui si incontrano l’ellittica (il piano di rivoluzione della Terra intorno al Sole) e l’equatore celeste (il piano perpendicolare all’asse terrestre). L’equatore è una linea immaginaria tracciata a metà della Terra, come fosse una cintura, dividendola in due emisferi: nord e sud. Durante l’equinozio di primavera il sole attraversa l’equatore celeste per entrare nell’emisfero nord del cielo. È noto che la Terra fa un giro completo attorno al Sole una volta ogni 365 giorni.

Il National Weather Service spiega che l’emisfero settentrionale è inclinato verso il Sole a giugno, e lontano dal Sole nel mese di dicembre: l’equinozio segna l’inizio dell’inclinazione all’indietro verso il Sole.

L’equinozio di marzo (cioè, quello di primavera nell’emisfero boreale) è anche detto punto vernale, punto dell’Ariete o punto gamma (dalla lettera minuscola greca γ, la cui forma ricorda proprio la testa di un ariete, anche come simbolo tradizionale astrologico), mentre quello dell’equinozio d’autunno, a settembre, viene anche chiamato punto della Bilancia (o punto omega, Ω).

Tali denominazioni, di derivazione astrologica, oggi non sono più valide, in quanto, a causa della precessione degli equinozi (il moto eccentrico dell’asse di rotazione su se stesso), tali punti non si trovano più nella costellazione da cui prendono il nome: attualmente infatti, all’equinozio di marzo il Sole si trova nella costellazione dei Pesci, mentre a settembre si trova nel segno della Vergine.

Mentre l’equinozio di autunno indica l’inizio della metà buia, oscura, introspettiva dell’anno quello di primavera è esattamente l’opposto: l’inizio della metà luminosa, solare quando le ore di luce sono maggiori delle ore di buio. Infatti, le tradizioni e i miti legati all’equinozio di primavera sono molto antichi e tutti legati al concetto di FertilitàResurrezioneInizio… di Sacrificio e conseguente Rinascita.

È sotto gli occhi di tutti come l’arrivo della primavera corrisponda all’arrivo di maggiore benessere e prosperità, o almeno alla speranza che questi giungano. Le giornate più lunghe e il calore del sole sono una panacea per il rinnovarsi della vita nei campi e la possibilità di una pesca proficua in mare, perché diminuiscono le tempeste. Questo fa sì che, soprattutto nei tempi antichi, per le popolazioni legate alla coltivazione e alla pesca si rinnovasse la speranza di un futuro migliore.

 

Ma c’è un significato più profondo e vero, un significato ‘occulto’ che ci dona il vero motivo del risveglio primaverile. Perché, in realtà, l’equinozio di primavera rappresenta e celebra anche la rinascita dell’Anima, la auto-realizzazione dell’essere umano, il suo ri-congiungimento con il divino o, almeno, la speranza che questo avvenga prima possibile. È il ciclo del Sole che si compie dentro di noi… quel processo che porta alla ‘Corona della Vita’, la carta 22 dei tarocchi egizi, il compimento dell’Opera… e l’Anima ritrova la sua Luce, Sophia ritrova la sua Pistis.

Alchimisti, astrologi, esoteristi, cabalisti, gnostici di ogni latitudine e tempo affermano che in questo periodo sulla Terra è più abbondante l’Ain Sof, l’Uno Infinito, lo Spirito Universale fecondatore di Madre Terra. Secondo questi ‘ricercatori’, lo Spirito viene ‘trasportato’ da agenti atmosferici come pioggia, raggi solari e vento che in primavera sono più abbondanti rispetto al resto dell’anno.

Dal momento che lo Spirito è il creatore, il responsabile, il portatore della vita in tutte le sue forme… la sua abbondanza fa sì che la vita sia prodiga in tutti e tre i regni della Natura e che ogni cosa ed essere ‘senta’ il richiamo alla pro-creazione. Questa Alito Divino è l’Amore… base, fondamento e anima di ogni Mito, Mistero e Alchimia. Questo Soffio Divino si auto genera… nasce da se stesso, come l’Ave Fenice che ‘rinasce’ dalle proprie ceneri. È un percorso… il cammino del Seme Divino, dell’Anima Mundi che si nutre della vita portata dalle piogge in autunno, dell’accoglienza del grembo della terra in inverno… e, intanto, ‘in segreto’ matura, cresce, evolve ‘occultandosi’ nel buio -fecondando la Terra, quella Madre che, a sua volta, lo nutre- aspettando di venire, di tornare ‘alla luce’… sposo e figlio al tempo stesso.

È quello Spirito Santo permeato della Forza Cristo che feconda la Madre Divina che, a sua volta, gesta e genera un figlio, il Cristo. È così in tutte le spiritualità, religioni o credo… sin dall’antichità, sin dalle origini. E infatti in tutti i miti, le leggende, i racconti simbolici ritroviamo un Dio-amante-eroe-figlio della Dea Madre che ‘torna alla vita’ dopo aver vagato ‘ramingo’ nella sua oscurità interiore.

Gli antichi Egizi celebravano Iside per festeggiare la primavera e la rinascita. Sham El Nessim, un’antica festività egiziana le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa, sembra essere la più antica Festa di Primavera del mondo. Letteralmente Sham El Nessim significa ‘fiutare il vento’ e indica l’antica stagione egizia del raccolto in epoca faraonica… segnando l’inizio della primavera. È tutt’oggi una delle feste pubbliche egiziane ed è celebrata seguendo l’antico simbolismo. Cade il primo lunedì dopo la Pasqua copta ed è una ricorrenza legata all’agricoltura, i cui riti di fertilità furono poi ‘cristianizzati’ nei riti pasquali. La data d’inizio del festeggiamento non è mai stata fissa: ogni anno, la sera prima del suo inizio, veniva annunciata ai piedi della Grande Piramide. Ai tempi dei faraoni la festa si chiamava semplicemente Shamo ‘rinnovo della vita’ e rappresentava l’inizio della Creazione. In epoca copta il termine fu alterato in shamm, ‘olfatto, respirazione’, ed è stata aggiunta la parola nessim, ‘brezza’.

Secondo le fonti storiche, la prima celebrazione di Shamo risale al 2700 a.C., verso la fine della terza Dinastia. Secondo gli Annali di Plutarco, durante questa festività veniva onorato tutto il Pantheon, e gli antichi egizi erano soliti offrire alle Divinità del pesce salato (la cui preparazione artigianale è tramandata di generazione in generazione), uova bollite e coloratetermis (semi di lupino), lattuga e cipolle verdi.

Le offerte di pesce agli Dei erano per garantire un buon raccolto: infatti, per gli antichi egizi il pesce salato simboleggiava la fertilità e il benessere. I pesci abbondavano quando le acque si ritiravano dopo le piene del Nilo (piene che lasciavano sul terreno il limo, fango che fertilizzava la terra), lasciandoli come intrappolati in bacini naturali, e quindi facili da catturare.

 

In Egitto, ancora oggi vengono appese nei Templi uova riccamente dipinte ma l’usanza risale alla fastosa epoca delle piramidi perché le uova sono un simbolo universale della Rigenerazione della Vita e dell’Universo. Anticamente, inoltre, le uova simboleggiavano la mitica Ave Fenice, che deponeva e, al tempo stesso, rappresentava l’Uovo Cosmico. Infatti, la leggenda racconta che -prima di morire- l’Uccello di Fuoco preparava un nido a forma di uovo, e vi si posava nel centro lasciandosi incenerire dai raggi del Sole. Da quelle ceneri nasceva l’Uovo dal quale la Fenice riprendeva vita.

L’Ave Fenice è la Vita stessa, nel suo significato infinito… genera l’uovo dal quale nascerà di nuovo… così come la Natura ri-genera se stessa all’infinito.

La simbologia delle cipolle verdi deriva da quelle ritrovate negli occhi delle mummie; e anche sulle pareti di antiche tombe egizie sono stati ritrovati affreschi raffiguranti cipolle. Non solo erano considerate efficacissimi amuleti contro malefici, malocchi, invidie e opere di spiriti diabolici, ma erano anche collegate alla generazione e ri-generazione (Luna) e, infatti, anticamente venivano regalate a chi si univa in matrimonio. Un’antica leggenda ritrovata su un antico papiro parla dell’unico figlio di un Faraone colpito da una malattia sconosciuta. Il Gran Sacerdote del Tempio ordinò di collocare sotto la testa del giovane una cipolla e lui stesso tagliò a fette una seconda cipolla e la mise sul naso del ragazzo, in modo che egli potesse respirarne i vapori. Il principe recuperò molto presto le forze e guarì dalla malattia.

Il seme di lupino era molto noto anche ad altri popoli antichi come Maya, Celti e Romani per le sue qualità terapeutiche… e in quanto seme simboleggiava la vita. La lattuga, infine, rappresentava il sentimento di speranza che accompagna il risveglio della primavera.

Astrologicamente, l’Equinozio di Primavera indica il grado zero dello Zodiaco, e quindi l’inizio di un nuovo anno zodiacale. Infatti, nell’antica Mesopotamia, la festa dell’Anno Nuovo fa riferimento all’equinozio primaverile in quanto la data coincide con il segno zodiacale dell’Ariete (primo segno dello Zodiaco), simbolo del Dio nazionale Marduk.

La dinastia dei re persiani conosciuti con il nome di Achemènidi celebravano l’equinozio di primavera con la festa del No Ruz, che significa ‘Nuovo Giorno’: una celebrazione della Speranza e del Rinnovamento ancora oggi osservata in molti paesi persiani (iraniani), e che affonda le sue radici nello Zoroastrismo. In Iran, il festival chiamato Chahar-Shanbeh Suri ha luogo proprio prima che inizi il No Ruz, e la gente purifica la propria casa e festeggia intorno ai fuochi per dare il benvenuto ai 13 giorni di celebrazione della festività del No Ruz.

Nell’antica Roma si celebrava la Festa di Cibele, antica divinità di origine frigia venerata come Grande Madre degli Dei, che istituì per Attis (Dio frigio) una cerimonia funebre da celebrarsi durante l’equinozio di Primavera: le celebrazioni iniziavano il 15 di Marzo e terminavano il 28 Marzo, e davano inizio al nuovo anno. Le cerimonie celebravano il Mistero della Morte e Resurrezione, cioé l’alternanza ciclica della Vita e della Terra. Alcune tradizioni di carattere più contadino celebravano questa festività con il nome di Primiera, perché inizia il ciclo femminile della fertilità e della produttività: è la Dea che rinasce dalle ceneri del Dio ‘distruttore’ dell’Inverno.

Nella Chiesa Cristiana il giorno di Pasqua si calcola secondo la data dell’equinozio (che capita sempre il 21 marzo), e cade la prima domenica dopo la prima luna piena, contemporanea o successiva all’equinozio di primavera. Quindi, il giorno di Pasqua può capitare dal 22 marzo e non può mai superare il 25 aprile. All’equinozio si collega anche la festività cristiana dell’Annunciazione (25 marzo) e i vari capodanni a essa legati come quello toscano e quello veneto, in uso fino al XVIII secolo.

Ma i riti della Morte e Resurrezione più famosi dell’antichità sono senza dubbio i Misteri Eleusini, riti religiosi misterici celebrati nel santuario di Demetra nell’antica città greca di Eleusi. In seguito il culto dei misteri fu esteso all’intera Grecia antica e alle sue colonie dove si celebravano Demetra e sua figlia Persefone due volte l’anno. Il rito era diviso in due parti: i ‘piccoli misteri’ e i ‘grandi misteri’. I primi erano una specie di purificazione che si svolgeva in primavera e rappresentava il ritorno di Persefone presso Demetra che, felice per il ritorno della figlia, avrebbe nuovamente fecondato terra, animali e persone. I secondi erano una cerimonia di consacrazione che si svolgeva nel Tempio in autunno ed era segreta, pena la morte: Persefone tornava nell’Ade, e gli accoliti prendevano parte al Mistero della Morte e della Resurrezione.

Cicerone stesso conosceva i Misteri Eleusini, e nel De Legibus scrive:‘Beneficio migliore che Atene abbia portato agli uomini. Attraverso i Misteri abbiamo imparato a conoscere i Princìpi della Vita e attraverso questi, il mezzo non solo di vivere nella gioia, ma anche di morire con una speranza migliore’.

 

Dopo l’equinozio, nel mondo ellenico si svolgevano le Adonìe, feste della Resurrezione di Adone, il bellissimo giovane amato dalla Dea Afrodite-Venere e ucciso da un cinghiale, forse la ‘personificazione’ del Dio Ares-Marte (Dio tutelare del mese di marzo), ingelosito. Questa festa si ricollega a quella assiro-babilonese nella quale al posto di Adone troviamo il Dio Tammuz e in luogo di Afrodite la Dea IshtarAl centro di questi miti c’è l’unione di Terra e Cielo, di Uomo e Dio, di Maschile e Femminino… il matrimonio fra una divinità maschile, celeste o Solare, e una femminile, legata alla Terra o alla Luna.

Infatti, la Primavera era la stagione delle unioni rituali, delle Nozze Sacre in cui Dio e Dea si univano per propiziare la fertilità, la nascita, la rinascita.

Erano numerosi e lo sono ancora oggi, i fuochi rituali accesi sulle colline che, secondo la tradizione, più a lungo rimanevano accesi più fruttifera e feconda sarebbe stata la terra.

Il giorno del Pianeta Terra è stato celebrato inizialmente il 21 marzo 1970, giorno dell’equinozio.

In molti Paesi arabi il Giorno della Madre (la festa della mamma) viene celebrato nell’equinozio di marzo.

(Parte Prima di 2 parti… a seguire Ostara, la celebrazione celtica del Risveglio)

Istituto di Bioenergia

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